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Pienza, l’utopia fatta città, il sogno umanista di Pio II

Pienza è la creatura idealizzata di un umanista, Enea Silvio Piccolomini, che il destino ha voluto papa. Uomo di mondo, grande intellettuale e sognatore come molti Senesi («gente vana», la definì Dante), era dotato di una grande intelligenza, accompagnata dall’ironia: «Quando ero Enea, nessuno mi volea. Ora che sono Pio, di tutti son lo zio», affermava. Ed eccolo attuare il folle progetto di una città costruita sul nulla, o tentare di intraprendere un’impossibile Crociata. Pienza mette insieme le contraddizioni di un’utopia: è sede vescovile, ma ha le dimensioni di un borgo. In soli tre anni, dal 1459 al 1462, sorge il nucleo di questa città ideale nata «da un pensiero d’amore e da un sogno di bellezza», come scrisse Giovanni Pascoli. Difficile dire cosa sarebbe diventata se il papa non fosse prematuramente scomparso. Prima, di sicuro, era un castello come quelli circostanti (Monticchiello, Castelluccio), a controllo di importanti vie di comunicazione. Da qui la diceria che a Pienza si rifugiassero dei ladri, intenti a derubare i viandanti, per poi tornare al sicuro dentro le mura. Da “Corsignan dei ladri”, la borgata di frontiera che già il Boccaccio aveva ricordato nella sua celebre novella di Cecco Fortarrigo, alla città eletta di un papa, il salto è notevole. A quel punto, Pienza poteva diventare un Patrimonio dell’umanità, come ha attestato l’Unesco.

Approfondimento

Corsignano, per volere di Pio II è diventata Pienza, ovvero la città di Pio. Ma in precedenza era Corsignano, castello senese noto almeno dall’828 che si trovava, insieme a Castelluccio e Monticchiello, sulla direttrice viaria proveniente da Chiusi che incrociava la Francigena. Inevitabilmente, si trovò spesso al centro di episodi bellici, come nella guerra del 1229-1235, quando fu occupato dagli eserciti alleati di Firenze e Orvieto. Intanto, si andavano consolidando i possessi fondiari dei Piccolomini. Enea Silvio nasce qui. Divenuto papa, inizia la trasformazione del borgo con l’intento di farvi soggiornare per alcuni periodi la sua corte, obbligando ogni cardinale a realizzare un palazzo. Il progetto si chiude prematuramente con la morte del pontefice, che però fa in tempo a dare il titolo di città a Pienza e a farne una sede vescovile.

Nel territorio comunale di Pienza, nei pressi dell’attuale Cassia, si trova il castello turrito di Spedaletto, adibito a grancia (fattoria fortificata del Santa Maria della Scala), al pari di Castelluccio, poco lontano, in direzione di Chianciano Terme. Entrambi sono adibiti, ancora oggi, all’ospitalità .

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